«Ad Angelo Izar. Caro avvocato e, mi scusi se mi permetto, caro amico, lei mi ha aiutato in una circostanza per me molto difficile, l’ha fatto in modo professionalmente impeccabile ma anche con grande umanità, con leggerezza di tratto e con una capacità straordinaria di capire i miei tormenti di quel momento che tante conseguenze ha avuto sulla mia vita. Da quel nostro primo incontro sono passati 25 anni, ma le sono riconoscente come allora e tale resterò per il resto dei miei giorni: grazie, avvocato, lei per me è stato una figura determinante ed indimenticabile. Aggiungo una nota, ricordando quanto senso dello spirito e dell’ironia lei aveva. Adesso lei, come dice chiaramente il suo stesso nome, si trova di sicuro lassù, in buona compagnia; orbene, non si lasci prendere, dopo tanti anni di successi professionali quaggiù, dalla tentazione di avviare un contenzioso legale con il Padreterno: lassù, ma non solo lassù, vince sempre Lui… Con grandissima stima e tanto, tanto affetto» (Tiziano Oldoni)

«E’ piuttosto raro che, nell’Accademia e nella professione, un rapporto di colleganza si sviluppi in un rapporto di amicizia, ma ciò è accaduto tra Angelo e me. Anzi, si può dire che, nel nostro caso, il rapporto di amicizia abbia indirizzato e consolidato quello di colleganza professionale. L’amicizia è nata dalla identità di visione dell’Università, nella quale Angelo era entrato con solide basi scientifiche accompagnate da una discrezione inconsueta in un mondo affollato da presunzione e arroganza. E l’amicizia era nata da un comune sentire circa la nostra disciplina, il diritto del lavoro, sensibilità che ha facilitato l’allargamento ad una preziosa e fruttuosa collaborazione sul terreno professionale. Tale collaborazione è durata molti decenni e ha visto lo scambio di apporti intrecciarsi sempre con un’amicizia alimentata dalle doti di Angelo: cordialità, serenità, capacità di sottrarsi a preconcetti schematismi, equilibrato acume. Le occasioni di incontro personale non sono state frequenti ma non ho mai sentito Angelo lontano, e anche ora avverto la sua vicinanza attraverso l’eredità che ha lasciato: uno studio professionale che reca chiara l’impronta della sua personalità» (Giancarlo Perone)

«Un professionista… Un padre… Un uomo… che con la sua allegria e simpatia sapeva rendere semplici anche le situazioni più difficili» (Daniela Polzot)

«Ho conosciuto il prof. Izar all’inizio degli anni 70, tramite una associazione imprenditoriale. Da allora, Egli è sempre stato per il nostro Studio il consigliere prezioso ed il legale di fiducia. In questo lungo periodo, caratterizzato da una legislazione del lavoro in continua e confusa evoluzione, abbiamo affidato a Lui numerosi e diversificati casi inerenti ai rapporti azienda/dipendente. Ricordo sempre l’approccio razionale al problema, la limpida interpretazione della norma, la ricerca della soluzione migliore, con saggezza e realismo. Anche le Sue frequenti pubblicazioni rivelano quella appassionata vocazione al diritto, che lo ha portato alla cattedra universitaria. Ma ricordo ancor di più, con affettuoso rimpianto, l’umanità del prof. Izar, i valori morali e il profondo senso etico che Egli testimoniava anche nel campo professionale, nei quotidiani rapporti, non disgiunti da un lieve umorismo, anche verso se stesso, che affiorava a volte nella conversazione, quasi a non far troppo pesare, per modestia, il valore della Sua cultura. Sono gli stessi valori che Egli ha lasciato a chi è rimasto e che consentono al Suo Studio di guardare con fiducia al futuro» (Emilio Massaroni)

«Quando ho incontrato, la prima volta, Angelo Izar sono rimasto subito colpito dalla naturale simpatia e dalla effettiva cordialità del suo tratto e, poi, sia nel corso che all’esito dello stesso primo incontro mi è sorta la convinzione di avere di fronte persona di intelligenza indubbiamente superiore. E sono rimasto realmente (…e non virtualmente!) ben felice di averne fatta conoscenza. E quando, poi, nel prosieguo ho avuto modo di leggere e, quindi, esaminare i suoi scritti difensivi, ho avuto così la possibilità di constatare che Angelo non era solo e soltanto un collega simpatico, cordiale ed assai intelligente, ma anche – se non soprattutto – un difensore autentico e, quindi, un vero avvocato. Nulla posso dire, ovviamente, del suo valore da accademico, posso però concludere che se “tanto mi dà tanto!”, l’equazione non può che essere paritetica e ad alto livello. La sua scomparsa è stata davvero una perdita» (Cosimo Rizzo)

«Il Prof. Izar era una persona speciale, che ho avuto modo di apprezzare sia nelle aule di tribunale quando ci rappresentava nel contenzioso del lavoro, sia come Presidente dell’Organismo di Vigilanza della nostra società. Nonostante i suoi impegni e la sua comprovata ed elevata professionalità, era una persona sempre disponibile e alla mano. Quando mi capitava di passare per lo Studio, si respirava un’aria di professionalità ma anche di grande serenità, per la sua spiccata capacità di creare un team di lavoro affiatato, con i figli, gli associati e tutti i collaboratori. E questo sicuramente è un capitale che è rimasto e continuerà a dare i suoi frutti» (Ilaria Speranza)

«Raramente, nel corso della mia vita lavorativa, ho incontrato persone come il prof. Izar. L’ho conosciuto più di 10 anni fa ed ho condiviso con lui ed il suo studio diverse esperienze che mi hanno arricchito professionalmente ed umanamente. Posso definire il prof. Izar come un uomo “diritto e diretto” con il quale mi sono trovato in grande sintonia. Di carattere non facile, riusciva ad abbinare umanità a pragmatismo. Il che può sembrare ovvio, ma per me è dote rarissima! I nostri incontri, le nostre conversazioni telefoniche non si limitavano alla stretta operatività, ma affrontavano spesso i temi più disparati. Quante battute e quante risate! Questa è l’immagine che mi è rimasta del prof. Izar che ricorderò sempre con simpatia, stima ed affetto» (Enzo Ricci)

«Ho lavorato, collaborato e soprattutto imparato dal prof. Izar. Con lui ho per la prima volta affrontato un’aula di tribunale e mi ha persino fatto sentire orgogliosa di una laurea, in Legge, che fino ad allora avevo sottovalutato. Quando penso a lui voglio ricordare non solo il suo acume e la sua intelligenza, ma quanto fosse brillante nella relazione e sempre pronto allo scherzo. Ho incontrato due grandi persone sul mio cammino per me degne di un grande ricordo: un Professore del Liceo detto il Magister … e il Professor Izar, cordialmente soprannominato ‘il Proff”» (Patrizia Brambilla)

«Mi sia concesso di ricordare il Prof. Avv. Angelo Izar non solo come un professionista ineccepibile e di grande preparazione culturale ma come un vero amico al quale trasmettere pensieri ed opinioni anche fuori dall’area professionale. Non dimenticherò mai il Suo grande desiderio di possedere una fuoristrada dei vecchi tempi per trascorrere insieme qualche scampagnata in Oltrepò. Purtroppo non ne abbiamo avuto il tempo, ma rimane in me un indimenticabile ricordo» (Osvaldo Campari)

«Vulcano di passione ed energia. Si vedeva benissimo la fortissima passione per il suo lavoro e mi stupiva come, nonostante la mole di lavoro che faceva, fosse sempre pieno di energia e di entusiasmo» (Andrea Cogliati)

«E’ un onore per me averlo conosciuto ed essere assistito e non solo professionalmente. Questo mio sintetico pensiero rappresenta solo una piccola parte della stima che ho per LUI come uomo e come professionista» (Adriano Borghi)

«Mi piace ricordare con stima e affetto profondissimi il caro Prof. Angelo Izar, con cui ho avuto il privilegio e il piacere di collaborare per numerosi casi e temi di gestione del rapporto di lavoro. Di lui ricordo, con rimpianto e nostalgia, l’intelligenza vivissima, la prontezza di spirito, l’ironia graffiante e la calda simpatia. Ho stimato profondamente il senso della vera giustizia che animava le sue scelte professionali e ho provato una grande simpatia umana per le battute mordaci dietro cui nascondeva la grande tenerezza che sentiva per i suoi figli e per i giovani che lo circondavano. Quanta nostalgia della sua voce rassicurante dall’altro capo del telefono, dei suoi suggerimenti sempre corretti e del suo garbo d’altri tempi. Arrivederci Professore» (Paola Crippa)